Luigi Lionetti, lo chef dei Faraglioni che rivisita la tradizione caprese al ristorante Monzù
1920. L’ingegnere Emilio Errico Vismara decide di costruire una villa a Capri, proprio di fronte ai Faraglioni. Un panorama così esclusivo, insieme alla posizione privilegiata a picco sul mare, convincono il proprietario a contattare un vero e proprio genio dell’architettura internazionale. Entra così in scena Charles-Edouard Jeanneret-Gris, meglio conosciuto con lo pseudonimo “Le Corbusier”, e ne vien fuori un capolavoro, o come lo definisce l’artista: “una specie di fioritura architettonica, un’emanazione della roccia, una filiazione dell’isola, un fenomeno vegetale”.
Durante la seconda guerra mondiale la dimora viene scelta come base militare di inglesi e americani, arrivando a ospitare Sir Winston Churchill e il Generale Dwight D. Eisehnower, divenuto in seguito trentaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America. Nel 1968 il Conte Goffredo Manfredi acquista la proprietà e nel 1973 la trasforma in albergo di lusso.
Da allora il Punta Tragara non ha fatto che crescere, dotandosi di una SPA, di sei incredibili suites dagli stili più disparati e del ristorante “Monzù”, guidato da ben dieci anni dallo chef Luigi Lionetti, che garantisce continuità e progressivo affinamento dei piatti.
Si inizia coi gamberi, plasmati in bon bon e conditi con zuppa di piselli, crema di mandorle e un pizzico di limone candito, che dà la giusta acidità a un piatto pensato per ingolosire ogni cliente.
Più contrastato il secondo antipasto, con la consistenza della seppia cotta a bassa temperatura e trasformata in tagliatelle, la cremosità dei ceci, l’amarognolo dei friarielli e la piccantezza della N’duja. Grande sinergia fra le parti per un piatto davvero indovinato.
Il terzo antipasto è una tartare di branzino, condita con colatura di alici ed erba cipollina su un letto di gazpacho di pomodoro. Piatto semplice e genuino, adatto all’estate per via di una certa freschezza.
L’ultimo antipasto è formato da uno scampo cotto da un lato e crudo dall’altro, con una zuppetta di arance allo zafferano, della ricotta di bufala e un po’di bottarga di muggine a insaporire il tutto. Un’altra portata volta a valorizzare la materia prima senza stravolgerne i sapori.
Il risotto, mantecato con olio e burrata, viene condito con scampi, limone, polvere di capperi e alghe di mare, per un risultato equilibrato e piacevole alle papille gustative.
Gli spaghettoni di Gragnano, molto accattivanti dal punto di vista estetico, sono saltati in padella con vongole e broccoli prima di essere composti sopra una tartare di tonno crudo. Il piatto funziona bene sia mangiando singolarmente le varie componenti che mischiando il tutto, in modo da palesarne l’alchimia.
I mezzi paccheri sono conditi con ragù di totano e vellutata di zucchine; un accostamento felice impreziosito da un’estetica vagamente botturiana.
Squisiti il capocollo e la pancia di maialino, dalla cotenna croccante e il grasso morbidissimo. A corredare una carne già notevole di per sé troviamo mandorle, prugne e cipollotto nocerino in agrodolce.
Il trancio di dentice viene scottato in padella e corredato di un’emulsione del suo quinto quarto, di una scarola maritata e di una salsa all’aglio di Nubia dal sapore vivace per via dell’alto tasso di allicina.
L’ultimo secondo è un agnello al forno con topinambur, crumble al finocchietto e salsa al cappon magro, piatto tipico ligure a base di pesce e verdure. L’abbinamento è particolare, ma il risultato è del tutto soddisfacente.
Il lingotto è un semifreddo alle mandorle e pere, arricchito da un cremoso al mascarpone e un sorbetto al mango e curry. Bello da vedere e mai noioso nel gusto, anche dopo parecchi assaggi.
La morbida semisfera, servita a fine pasto, si caratterizza per il gusto deciso di nocciola, stemperato prontamente da un biscotto al cacao salato e un gelato al frutto della passione, che bilanciano all’istante sapidità e acidità.
Una cucina legata alla tradizione dunque, ma aggiornata con tocchi creativi per renderla effervescente e moderna, al fine di giungere a palati eterogenei, dal turista affascinato da un luogo maestoso, al gourmet pronto a cogliere le sfumature di un accostamento creativo e mai azzardato.
Ristorante Monzù presso Hotel Punta Tragara
Via Tragara, 57 – 80073 Capri (NA)
Tel. +39 081 8370844
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