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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Taverna del Capitano (Massa Lubrense, NA)

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Alfonso Caputo. Un grande cuoco, con la C maiuscola. Inizia cuocendo bruschette in spiaggia, raggiunge due stelle Michelin. Chapeau. Di mezzo una carriera importante e lo sviluppo di una cucina del tutto personale: materie prime di rara freschezza, poca manipolazione, gusto in pole position. D'altronde anche l'occhio vuole la sua parte; da qui partirei per migliorare un'offerta già encomiabile. Last but not least l'insostituibile Mariella, sorella dello chef e preziosa sommelier del ristorante di famiglia, quella Taverna del Capitano entrata già a pieno titolo nella storia gastronomica della Campania intera.  Gamberoni rossi del Mediterraneo  con granita di peperoni,   alghe di mare  e salsa maionese  Pollo fritto  con cialda di Grana Padano   e salsa di patate affumicate  Totano rosso   con spaghetti fritti  e fichi in due modi  Aragosta  e olio extravergine d'oliva  Vermicelli trafilati in casa  con carbonara di vongole 

Pizza e champagne a Palazzo Petrucci

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Pizza e champagne a Palazzo Petrucci; ospiti d'onore Giancarlo Casa della Gatta Mangiona (Roma) ed Enzo Piccirillo della Masardona. Ad accompagnarli Alessandro Izzo, nuovo pizzaiolo della struttura, a cui facciamo un grande in bocca al lupo. L'evento è stato creato per il lancio della nuova "Guida 99 champagne" 2016/2017, da cui l'abbinamento con vini tanto prestigiosi. Gran finale affidato al dessert dello chef stellato Lino Scarallo. Battilocchio  (Masardona) champagne Bouquin Dupont brut blanc de blancs Pizza con ricci e salicornia  (Pizzeria Palazzo Petrucci) champagne Piollot Brut Pizza "Regina" con patate speziate all'orientale e sfumate all'arancia, trota regina affumicata e porro (La Gatta Mangiona) champagne Ardinat brut Ripieno di ricotta romana al pepe e mortadella, tartufo nero, e granella di pistacchi  (La Gatta Mangiona) champagne Piollot rosè Pizza con mozzarella di bufala, friarielli e panciotto 

Ristorante Il Pagliaccio di Anthony Genovese (Roma)

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Peculiare quanto raffinato, ecco lo stile di Anthony Genovese; del tutto diverso da quelli, pur fantastici, dei suoi competitor al vertice della ristorazione capitolina: Heinz Beck ed Oliver Glowig. Di questi ultimi due parleremo in separata sede; intanto godiamoci i piatti di Anthony, che punta decisamente sul wow factor derivante da accostamenti arditi e mise en place d'effetto. Il risultato è davvero notevole, ma non vi aspettate piatti rincuoranti e goderecci; piuttosto qui si nutre il cervello, l'inventiva, la curiosità, ma senza tralasciare il palato. I gusti infatti ci sono tutti, sapientemente dosati e ponderati, con un florilegio di contrasti, consistenze, divertissement. Cuspide gustativa gli spaghetti al grano arso, pregni di sapore e creatività; meno folgorante il gambero rosso nel suo fondale, ma senz'altro elegante e ben confezionato. Una degustazione eccellente che a pranzo ha un costo del tutto abbordabile per questi livelli premium. Menzione d'onore al