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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Ristorante Villa Maiella (Guardiagrele, CH)

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RIASSUNTO: vitello al pepe aromatico Sarawak (non il massimo, anche dall'aspetto, per iniziare una degustazione); l'asparago e l'uovo (la presentazione lascia a desiderare, ma le materie prime sono di qualità); scaloppa di foie gras con purea di patate al profumo di nocciola (saporito e ben cotto il foie gras, il resto è più di scena che di contributo); ravioli di burrata allo zafferano (la sfoglia è ben tirata, ma il gusto complessivo è monocorde); chitarrina con asparagi selvatici e pomodoro candito (piatto molto delicato, probabilmente troppo; ad ogni modo la pasta è al dente e si lascia mangiare con piacere); battuta di agnello croccante al timo su crema di Canestrato di Castel del Monte (l'agnello in sé è squisito, ma la panatura lo arrozzisce inutilmente); le vie della transumanza: mandorle, pere e amarene (dessert bilanciato e non eccessivamente dolce); carta dei vini interessante e ben prezzata; personale cortese e professionale guidato dal bravo Pascal; ambient

Rocco De Santis e Lorenzo Montoro

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Rocco De Santis e Lorenzo Montoro sono due giovani chef di talento. Il primo lo conoscete già per due articoli che ho scritto su di lui su Ristoranti Campani e sul Mattino, mentre il secondo è un ex pupillo di Pino Lavarra che fra qualche mese curerà la cucina di una location esclusiva in costiera. Rocco ha invitato l'amico a preparare una degustazione a quattro mani nella sua Osteria al Paese ed il menà è stato il  seguente: Iammarielli di fiume sale e pepe con crema di crescione acquatico. Parmigiana. Triangolo di pasta cotta ripieno di cipollotto con zucchine San Pasquale e i suoi ciurilli. Linguine con fagiolini sarnesi, guanciale e provolone del monaco. Baccalà pochè, pizzaiola di peperoncini di fiume e misticanza aromatica. A' pizz e gallett. Gran parte delle verdure, specialmente le più introvabili, provenivano dalla fattoria di Lorenzo gestita dalla sua famiglia; mentre il vino era dell'Azienda Agricola Vadiaperti, sapientemente scelta dal Maitre Domenico Sarno col

Ristorante Markus (San Paolo Bel Sito, NA)

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RIASSUNTO: chips di spaghetti aglio, olio e peperoncino, con gorgonzola, noce congelata e pepe rosa (il formaggio si sente a malapena, senza contare la sensazione di masticare qualcosa di sereticcio); ricordo di carciofo arrostito, con crostini alla noce moscata e germogli di lattuga rossa (una sorta di zuppa torbida in cui si esprime solo il sapore del vegetale bruciato); straccetto di vitella cotto in zucca napoletana sotto vuoto e chips di patate disidratate (troppo brodoso; il gusto è piatto); ravioli di genovese (la sfoglia è un po'duretta, mentre il guazzetto è inficiato da eccessiva grassezza e sapidità); quaglia in panura di cozze su salsa di quaglia arrostita e cozze, con caciocavallo stagionato 24 mesi in grotte di tufo (già il nome la dice lunga; ad ogni modo è senz'altro il piatto peggiore di tutta la storia di Ristoranti Campani: immaginate di addentare un pezzo di quaglia crudo dopo averlo rigirato in un guazzetto super tirato di cozze e formaggio vecchio...);